A decidere era Franco. Una mattina di maggio metteva in fila le sue cabine azzurre e allora cominciava l’estate, per me e per gli altri. Era il tempo di indossare maglie a maniche corte e di mangiare gelati. Di pranzare in spiaggia subito dopo scuola. Di aspettare il tramonto e poi le stelle sempre affacciata alla stessa ringhiera rossa, fresca di vernice ogni anno. Aspettavo ferragosto per vedere il cielo accendersi di fuochi e sentire la pancia tremare per lo scoppio. Finito lo spettacolo mi prendeva un senso di tristezza, cominciava subito la nostalgia dell’attesa.
Poi ho cominciato a vedere i fuochi tutto l’anno e a indossare le maniche corte anche senza l’azzurro delle cabine, Franco ha smesso di montare quelle casette coi tetti bianchi e ha stravolto per sempre i miei tempi d’estate.
Foto di Emmebi68.